top of page

seduti al contrario

​

Guardare questi quadri è come esplorare paesaggi che diventano stati d’animo: a volte i suoi viali di pini si scuriscono come fossero imbronciati, altre prendono luce, esplodono come se volessero raffigurare una gaiezza senza fine. Ciò che mi ha colpito la prima volta che ho visto le sue opere, è come Laura avesse inquadrato la mia città, il posto dove abito da sempre, mostrandomene lati segreti che pure avevo sempre avuto sotto il naso. Me l’ha fatta vedere in un modo diverso, come se l’avesse profumata di esotico. Così ne ho percepito un nuovo battito, un respiro inusuale. Che pulsava di rosso.

Il suo modo di lavorare è quello del movimento ( ancora una volta il cinema). Lei inquadra con una telecamera il mondo che la circonda, non sceglie l’inquadratura, se ne lascia inseguire. Dopo, tutto quello che ha girato le serve per attivare il meccanismo della memoria, come se le sue immagini prendessero forma da elementi da riallacciare insieme. Il quadro, dunque,  trattiene ciò che lei ha visto ma  finisce per contenere anche i suoni, gli odori, il peso e l’assenza.

​

Lea Mattarella

​

​

​

​

​

_ 2011

_ Galleria Affiche , Milano

bottom of page